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Sono arrivata a quello che fu il vero incontro con lo Yoga alla fine di tante peripezie biografiche. Lo avevo sfiorato almeno 15 anni prima quando già sentivo che doveva esserci qualcosa che andava oltre ciò che vivevo e che quel qualcosa poteva anche ‘non essere visibile’.
Incontrai prima la medicina naturale e modi diversi da quelli che conoscevo di occuparsi di salute. Incontrai il mondo delle erboristerie e dei prodotti naturali. In quegli ambienti si parlava anche di yoga e mi incuriosii, sentivo che la cosa mi risuonava. Cercai così una scuola di yoga, parola che era così affascinante e misteriosa. La scuola ove andai, non mi convinceva. Il mio mondo era ancora molto più forte, non ero pronta.
La Via dello Yoga mi aveva sfiorata ma la attraversai, la lasciai scorrere e mi diressi verso altre mete.
Nel frattempo però cresceva in me l’idea che la realtà, quella in cui ero e siamo immersi non fosse tutta e che bastava poco per renderne i contorni ed i contenuti assai fragili. Pensavo che la soluzione fosse nell’impegno sociale, nella cultura, nella conoscenza della politica, nell’informazione così che ero anche abbonata ad un noto quotidiano nazionale. Ma tutto questo non mi era sufficiente. Qualcosa ancora faceva sentire la sua voce, ma da lontano e non sapevo ancora dove andare e cercare.
Fu un importante evento biografico che mi fece conoscere Sabrina. Lei frequentava un corso di yoga. Mi illuminai perchè seppi subito che era li che volevo andare e le chiesi così di portarmi. Mi introdusse presso la sua maestra, Olga. Era una mattina, lei non venne, io rimasi folgorata. Non riuscimmo mai a frequentare una sola lezione insieme, fu come se mi passasse il testimone perchè di li a poco, lei andò via dall’Italia.
Tornando a casa dalla prima lezione (e la strada non era poca) ero felice. Avevo riconosciuto il suono della voce lontana. Ora non lo era più. Avevo di nuovo incontrato la Via dello Yoga e quella volta, vi rimasi ed iniziai a camminare.
Dallo Yoga il passo successivo e vicinissimo fu verso l’Antroposofia. Le due strade iniziarono a scorrere parallele ed io saltavo proficuamente dall’una all’altra continuando a ‘scorrere’. Certo, non vi dirò che all’inizio scoprii la mia guru nascosta. Non fu così e non era nemmeno semplice.
Ricordo che alle prime lezioni di yoga, la mia mente non sapeva minimamente cosa significasse ‘stare ferma’. Ho iniziato a capirlo almeno un paio di anni dopo. Ma era bello frequentare la mia lezione di yoga e seguivo Olga con piena fiducia e gioia. Con lei oltre alla pratica si entrava anche nello studio. Lei ci portava i grandi maestri, Shankara, Patanjali, la Baghavad Gita, la medicina Ayurvedica, Sharma Yogi – il suo Maestro – e letteratura, neuro scienze e vita pratica. Un giorno dopo cinque anni come allieva inizio a sentir nascere l’anelito di fare lo stesso che faceva Olga. Trasmettere lo yoga per restituire ad altri, ciò che sin li avevo ricevuto e che certo avevo ancora tanto da imparare. Mi sono consultata con lei e lei mi ha aiutata a scegliere la strada formativa. Scelsi la Federazione Italiana Yoga. Dopo il diploma triennale, la pratica come insegnante in Italia e Svizzera, ora arrivo anche qui come umile divulgatrice di questi che sono contenuti senza età, senza tempo e soprattutto senza opinioni. Si cerca il Vero ed il Vero non ha nulla a che fare con le nostre opinioni.
Contenuti di cui si percepisce la ‘verità’ non appena si incontrano anche senza averne ancora approfondito lo studio che però, se si vuole progredire, non deve mancare mai. Magari si inizia in maniera leggera, ci si fa guidare dalla curiosità e dai bisogni più urgenti, ma piano piano iniziano a nascere domande sempre più complesse e meno personali domande di senso. Ed è in quel momento che la ricerca diviene più impegnativa. Ma non potrebbe essere diversamente perchè qualora non lo fosse, lo yoga non progredirebbe ed i suoi tesori ci rimarrebbero nascosti. Ci troveremmo semplicemente a praticare un’ottima disciplina di cura del corpo fisico senza nemmeno sospettare che cosa ci stiamo perdendo di enorme.
Dunque, pratica e studio. Non ci sono altre possibilità. Ed è questo studio che mi ha poi condotta all’incontro con l’Antroposofia poiché lo Yoga, senza l’Antroposofia purtroppo si ferma, non può evolvere.
Lo Yoga è certo il genitore dell’Antroposofia ma essa ne è il necessario proseguimento.
Ora infatti nella mia vita ci sono entrambi ed il connubio è veramente molto molto proficuo evolutivo per la mia coscienza.

Così, qui finisce questa mia breve presentazione.
Per il resto vi aspetto a lezione o sulle pagine di questo spazio.
Om Shanti.

Ad oggi, 2025, sono 18 anni che lo yoga accompagna la mia vita.


Federazione Italiana Yoga –  Pedagogia Curativa Antroposofica 

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