Quando tutti i segreti saranno stati svelati dalla libera intelligenza umana grazie alle forze di un pensare chiaro, l’uomo sarà pronto per diventare co-Creatore della futura evoluzione. E lo farà non per imitazione, non come zavorra, non come discepolo pieno di precetti a cui obbedire.
Lo farà nella stessa pienezza da cui origina, solo che lo farà in piena Conspevolezza di essere la stessa cosa che ha dato vita a queste sue capacità. Le capacità che divengono autocoscienti di se stesse.
Potremmo dire che la fisica quantistica quando parla del dualismo onda e particella sta parlando in altri termini del dualismo spirito-materia tanto evidente per l’uomo antico e tanto innominabile per l’uomo moderno.
L’uomo di oggi
La Materia come il “laboratorio” dove lo spirito manifesta se stesso ed elabora un uomo della stessa levatura di quella forza Creatrice che è in ogni espressione del creato, dalla più piccola particella elementare minerale, sino alla immensità della espressione del Regno Umano.
Per raggiungere la “trasformazione della materia” di cui parla Aurobindo, non serve trascendere la propria individualità.
Ascendere al mondo spirituale, ottenere il Nirvana fuori dal corpo è per Aurobindo una via incompleta, anacronostica e pericolosa.
Per questo Aurobindo parla di “Yoga integrale”, uno Yoga che non lavora nell’anima tralasciando, o meglio, reprimendo il corpo.
Scrive Aurobindo in La vita divina:
“L’anima, come ha un passato preumano, ha anche un futuro sovraumano”.
A contribuire a questo fraintendimento della via Yoga fu la degenerazione New Age nata con la beat generation ed il consumo di allucinogeni.
La sostanza psicotropa (droghe una per tutte l’LSD) portava infatti ad una apertura forzata di canali spirituali permettendo una visione di una realtà spirituale seppur distorta, dei mondi sovra-sensibili, sovra-materici senza averne alcuna preparazione.
La sostanza portava infatti ad una apertura forzata di canali spirituali permettendo una visione di una realtà spirituale dei mondi sovra-sensibili, sovra-materici ma, purtroppo, senza averne alcuna preparazione.
Il desiderio intrinseco in ogni essere umano di ri-trovare il senso del nostro stare qui, trovava una risposta nel consumo di sostanze come l’LSD e produceva e produce tutt’ora figure affascinati di ”maestri” e la diffusione di conoscenze che tuttavia senza una adeguata preparazione oltre a diventare dogma, contribuiscono molto a fuorviare l’uomo occidentale a ritardarne il suo riconoscimento spirituale.
Solo una libera scelta che conduce alla sana ricerca del sovra sensibile può portare gradualmente a raggiungere, con le facoltà del pensare, la parte “onda o energia o spirito” come alter ego della parte materia.
Il ruolo del Guru-Maestro
Importante perno su cui poggiava lo Yoga antico era il rapporto di mediazione svolto dal Guru per il discepolo in una relazione di dipendenza assoluta di questo col maestro. Purtroppo spesso le cose oggi non sono diverse.
Rudolf Steiner a tal proposito disse che mentre nello Yoga il discepolo si rifugia in tutto e per tutto nella figura del Guru, suo veicolo per il divino, nel cristianesimo il Guru non è il maestro di volta in volta incontrato ma è lo stesso per ogni discepolo e questo maestro è il Cristo che potremmo chiamare per non dare luogo a fraintendimenti legati ad una parola abusatissima e fuorviata (Cristo), Logos.
Tuttavia anche in questa seconda via del cristianesimo tradizionale il discepolo necessita di un maestro in carne ed ossa che lo conduca a sua volta al divino.
Solo nella via della Rosacroce il Maestro esce dal ruolo di guida e diventa un sostegno–consigliere-amico che aiuta il discepolo a muoversi sulle sue gambe e nella sua ricerca in assoluta libertà.
Potremmo dire che il “movimento rosicruciano” sia stato il precursore di una modalità che dovrà sempre più caratterizzare il percorso spirituale moderno: quella della libera ricerca e libero ritorno allo spirito.
E questa stessa onda i grandi maestri indiani contemporanei hanno sempre spinto i discepoli a camminare con le loro gambe.
Jiddu Krishnamurti, peral
Ed il raffinatissimo Jiddu Krishnamurti, peraltro quasi contemporaneo di Steiner e con il quale ebbe ad incontrarsi, fu esempio plateale di rifiuto del ruolo di Guru in questi termini. Le sue parole:
“Non ascoltate nessuno, compreso chi vi parla, perché siete facilmente influenzabili, perché tutti desiderate qualcosa… è facile prendervi nella rete.
Perciò non c’è bisogno di andare in India, o in un monastero buddhista o Zen, a meditare, a cercare un maestro; perché se sapete guardare, tutto è in voi“.
Ed il più grande degli iniziati moderni, Rudolf Steiner in una conferenza riportata nel libro “Polarità fra Oriente e Occidente” sostiene la necessità che i maestri contemporanei vivano nel mondo, non come separati eremiti.
“Le vie antiche dell’ascesi e dello Yoga, toglievano invece l’uomo dalla vita” riferendosi appunto alla antica missione dello Yoga antico ora non più praticabile e decisamente inutile. R
Lo Yoga nella sua evoluzione, se compenetrato dalle forze del pensare che governano quelle del sentire e generano sane azioni, acquista una potenzialità molto più affine al senso evolutivo dell’uomo occidentale dell’epoca moderna.
Articolo completo qui https://www.laviadelloyoga.eu/vivere-secondo-lo-yoga/