La respirazione yogica con sospensione

Per gli yogi il respiro non è composto solo da due fasi, ma da quattro:
Rechaka – espirazione 
Antar Kumbhaka 
– il respiro è sospeso intenzionalmente a polmoni vuoti
Puraka – inspirazione 
Bahya (bahir) Kumbhaka 
– il respiro è sospeso intenzionalmente – a polmoni pieni

Le SOSPENSIONI del respiro Kumbhakastimolano la respirazione cellulare e intensificano gli scambi di energia in tutto il corpo. 

Kumbhaka deriva dalla parola “kumbha”, che significa vaso o giara, e così come un vaso può essere pieno o vuoto, il kumbhaka potrà essere a polmoni pieni, dopo l’inspirazione, o a polmoni vuoti, dopo l’espirazione.

Il kevala kumbhaka, è invece la sospensione involontaria (senza inspirazione puraka né esalazione rechaka quindi la volontà non interviene ) nel quale si sospende il respiro con facilità; per capirsi è il mancamento di respiro che si può provare per una sorpresa, oppure quello che si prova prima della discesa di una montagna russa, o quello di uno stato estatico come un profondo rilassamento. 
Nello yoga non è nessuno dei primi due, piuttosto somiglia al terzo.  E’ il risultato di qualcosa che avviene spontaneamente, è una condizione particolare in cui si oltrepassa il livello della coscienza ordinaria e non esiste più la dualità, rappresentata nel nostro respiro dalle due fasi di inspirazione e di espirazione. Quando si manifesta questa sospensione spontanea possiamo sperimentare Ananta samapatti, la riunificazione con l’infinito di cui parla Patanjali. 

Nel pranayama, quale aspetto degli otto passi evolutivi, la DUALITA’ è facilmente rappresentata dalle due correnti respiratorie e praniche opposte e complementari, Ha e Tha, la CORRENTE SOLARE Ida e laCORRENTE LUNARE Pingala, che devono essere unificate. 

Tutto il lei motiv dello Yoga vero è realizzare questa unione. Altrimenti non è Yoga. Cercheremo ovunque la riunione degli opposti. Il superamento delle categorie personali indotte in automatico dall’esterno e che nemmeno sappiamo più riconoscere tanto le consideriamo normali sarà il nostro obiettivo che le pratiche logiche inducono con dolcezza a raggiungere. 

Arrivare alla SOSPENSIONE SPONTANEA DEL RESPIRO, rappresenta la NON DUALITA’. 

Non parliamo di ritenzione perché questo termine evoca l’idea di un’azione, di qualcosa che si fa, a volte anche con un certo senso di costrizione e impegno, mentre la sospensione è uno stato naturale.

Nella sospensione completa il cuore rallenta il battito, la circolazione sanguigna pulsa ritmicamente sul torace. Quando sopravviene la necessità di espirare, è bene inalare un ultimo sorso di aria prima dell’espirazione. L’espirazione deve essere lenta e tranquilla, completa contraendo dolcemente i muscoli intercostali e addominali.
Mai bloccare o rilasciare il respiro improvvisamente, se questo avviene vuol dire che si è andati oltre le proprie possibilità.

nella Pratica

Che la pratica avvenga a digiuno. 
Che la pratica avvenga progressivamente nel tempo, meglio dopo asana.
Posizione della colonna vertebrale verticale con il mantenimento delle sue curve fisiologiche questo è aiutato da un bacino leggermente intero flesso, inclinato in avanti. 
In sospensione del respiro si pratichi Mula Bandha, la chiusura delle porte per mantenere il Prana all’interno del corpo. Si contragga ma muscolatura pelvica e facendo salire l’ano come per trattenere i bisogni. Ciò oltre a non far dissipare energia, la condurrà verso l’alto attraverso tutte le vertebre della colonna. Visualizzare il Prana che sale ed irrora la colonna. 

L’errore più comune è quello di gonfiarsi, pensando di trattenere l’aria nei polmoni. Il prana deve invece ESPENDERSI e sentirlo permeare tutto il corpo dai piedi alla sommità del capo. 
È possibile far precedere le sospensioni di respiro da respirazioni profonde o Kapalabhati che comportano una espulsione dinamica di anidride carbonica che serve a ripulire i polmoni e dunque primo e secondo cervello (intestino) dalle tossine. Terminato il ciclo di 60 o 120 atti di Kapalabhati si farà seguire da una sospensione a polmoni pieni con Tri-Bandha (pelvi, addome, gola) per ristabilire un equilibrio di ossigeno nell’organismo.