15. Lo Yoga è ostacolato da sei motivi: l’eccesso di cibo, gli sforzi troppo violenti, l’eccessivo parlare, l’eccessiva austerità, i contatti con le persone e l’instabilità.
16. Lo Yoga riesce con successo grazie a sei fattori: l’energia, il coraggio, la perseveranza, la retta comprensione, la fermezza, la rinuncia alle relazioni sociali.
17. Le Âsana, cioè le posizioni, sono il primo gradino dell’Hatha-Yoga e sono trattate per prime. Hanno per risultato la stabilità, la salute e l’agilità

Versi 15,16,17 Capitolo I Gheranda Samhita 


L’esperienza evolutiva dell’essere spirituale che vive in noi, deve essere fatta in un corpo, fisico, materico, minerale. L’uomo è Spirito e come Spirito arriva dallo Spirito ed entra nella materia, dovendo poi tornare allo Spirito ed in questo itinerario non può che essere accompagnato dal corpo fisico.
Ad ogni ritorno l’uomo porta con se un pezzetto di conoscenza in più, un pezzetto di evoluzione in più. Una coscienza più evoluta. O almeno dovrebbe.Dovrebbe perché non è matematico.
Cresce di coscienza se pian piano incontra e comprende ciò da cui origina, l’essenza delle cose.
Per fare questo ha bisogno di un corpo che percepisca la materia e la elabori grazie ai sensi ed al cervello che governa ed interpreta i segnali dei sensori, il sistema nervoso
Se così non fosse l’Essere Umano non sarebbe tale e rimarrebbe pura coscienza, puro spirito, Assoluto, Atman incapace di evolvere oltre il sommo grado di perfezione che già rappresenta.
E non esisterebbe la Terra popolata da Uomini.
Dunque se siamo qui, è perché un progetto cosmico evolutivo di Sè stesso, lavora in questo senso. E lo strumento che utilizza questa Coscienza Universale per conoscere Sè stessa ed auto evolvere è la dimensione materiale. O almeno lo è in parte ed in questa fase evolutiva, in questa Epoca Cosmica.
L’uomo è la manifestazione di uno spirito invisibile agli occhi fisici che si rende visibile incarnandosi in un corpo, con il quale incontra tutte le manifestazioni fisiche di altri spiriti e con essi procede nell’evoluzione di Sé stesso verso un compito cosmico che è lo sviluppo dell’Amore e della Libertà
Grazie a questo corpo, intelligentissimo, possiamo svolgere il compito di evoluzione. E la pratica di Āsana, raccolta dentro una vera e propria scienza, è uno strumento di governo della psiche come burattinaio del corpo.
Esso, se non ci fosse lo squilibrio determinato dal mentale, sarebbe sempre sano e non patirebbe nemmeno gli effetti evolutivi e riparativi del karma.

La pratica corporea relativa all’Hata Yoga è stata codificata da tre testi fondamentali: Haṭhayoga Pradīpikā, Śiva Saṃhitā, Gheraṇḍa Saṃhitā.
Non si tratta di testi antichissimi, anzi, relativamente recenti. Il primo risale al 1400, gli altri due si snodano fino al XVIII secolo.
Questo è molto interessante perché sono testi che risalgono ad un periodo storico molto particolare.
La fine del medioevo, prima della rivoluzione scientifica. È come se anche l’uomo yogico avesse sentito la necessità di entrare più approfonditamente nella materia.
Patanjali, primo codificatore dello Yoga del IV secolo dopo Cristo rappresenta l’uomo del suo tempo che non aveva bisogno di troppe spiegazioni essendo ancora immerso in una atmosfera di chiaroveggenza. Per questi uomini, l’apertura verso i mondi superiori era ancora abbastanza agevole.
Per l’uomo che venne qualche secolo dopo, sempre più “scienziato”, l’uomo della rivoluzione scientifica iniziata dopo il Medioevo invece, diventava sempre più necessario entrare nella comprensione delle cose uscendo da una visione chiaroveggente diventata sempre di più un inaccettabile dogma. E l’utilizzo dello strumento del corpo fu necessario nell’ottica di ritrovare la propria origine Spirituale. I tre testi sono dunque una naturale evoluzione degli Yoga Sutra.
I tre testi di riferimento indicano pochissime âsana e con pochissime spiegazioni.
HATHAYOGA-PRADIPIKA descrive venti âsana, GHERANDA SAMHITÂtrentadue, SHIVA SAMHIT quattro.
Ciò significa che i tre trattati non sono manuali ad uso di autodidatti. L’insegnamento dell’Hatha-yoga può essere impartito solo attraverso la guida di un guru o maestro. I tre testi svolgono la funzione di promemoria della struttura delle âsana.
Gheranda Samhitâ dice infatti che sono ottantaquattro milioni le âsana descritte da Shiva, 84 le migliori ma poi tra queste ne indica solo 32.
Questo perché le āsana sono anch’esse uno  strumento volto a contrastare il tumulto dei pensieri.

Nella nostra epoca, evoluzione di quanto detto,  posizioni yogiche tenute anche per molto tempo senza sforzo, hanno il fine di liberare il corpo dai disagi e dunque far cessare i segnali corporei, una delle fonti di distrazione della mente dello yogin. Il fine è preparare l’Antar Yoga – Yoga profondo, e cioè concentrazione, meditazione e controllo della attività del pensiero, lo strumento dello Spirito. L’Hata Yoga lavora con un principio di reciprocità. Ciò che accade nel corpo diventa lo specchio per far accadere lo stesso nel mentale.
Il tenere ferme gambe, tronco, testa e braccia in posizioni decondizionanti, induce a realizzare l’attitudine opposta della mente risucchiata invece dallo scorrere agitato e caotico della vita quotidiana.

Si governa indirettamente la mente.

Come ci ha ricordato il grande maestro AndrèVan Lysebeth esiste un intimo legame tra la mente ed il corpo. Un legame circolare poiché le āsana agiscono profondamente nell’universo dell’uomo, sia sul piano fisico, sia sul piano mentale.

“La mente non è che la registrazione delle impressioni che continuano ad esprimersi e susseguirsi con ritmo incessante, come avviene per i pensieri.  La mente è azione. Il pensiero vi costringe all’azione;
l’attività crea continuamente nuove impressioni nella sostanza mentale.
Lo Yoga cerca di distruggere l’origine di questo circolo vizioso per mezzo di un metodo che impedisce alla mente di compiere le sue funzioni.
Lo Yoga esamina, controlla e interrompe la funzione basilare della mente, cioè il pensiero.
Quando si trascende il pensiero, inizia l’attività dell’intuizione e dell’Autoconoscenza.
Il pensiero ha la capacità di creare o di annientare il mondo in un attimo.
La mente crea il mondo a seconda del suo Sankalpa o pensiero
Tratto da “La potenza del pensiero” Swami Sivananda

Le āsana non sono una reazione come sono invece gli esercizi ginnici. Le asana sono una azione. Logica. Volontaria. Libera.
Non si muovono a caso. Tutto in esse è strutturato con una sequenzialità intelligente, ad immagine del Logos. Dalla presa della posizione e per tutto il successivo mantenimento passando per il controllo del respiro, si segue una logica esemplare e si curano dettagli fecondi al raggiungimento dello scopo dello Yoga.
Asana pertanto è uno strumento ulteriore per arrivare al controllo della mente e questa è la rivoluzione dello Yoga come sistema esoterico.
Innegabilmente poi Asana permetterà di conquistare una maggiore agilità corporea.

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