Īśvara Pranidhana

Per Patanjali, Īśvara Pranidhana è un metodo potente per sciogliere le agitazioni della mente, quindi è un mezzo raggiungere lo stato unificato di yoga: Samâdhi.

Perché? Perché Īśvara Pranidhana sposta il nostro punto di vista dall’osservazione attraverso le nostre strette ed individuali prospettive che provocano tanta distrazione alla mente e creano un senso di spaesamento che altro non è che senso di separazione dalla nostra fonte. 

Dal momento che Īśvara Pranidhana non si concentra sull’ego, ma sul sacro, ci si riunisce in maniera pratica con il nostro vero Sé. BKS Iyengar afferma nel suo Commento sugli Yoga Sutra, “Attraverso la resa l’ego dell’aspirante viene cancellato, e la grazia si riversa su di lui come una pioggia torrenziale”.

Īśvara Pranidhana offre un percorso ad ostacoli al nostro ego indirizzandoci verso la nostra vera natura.

Per praticare Īśvara Pranidhana, dobbiamo prima cominciare a cercare la nostra intima connessione con il sopra sensibile. Ognuno di noi ha un rapporto personale con il divino. Tradizionalmente, molti sadhu (monaci) in India hanno venerato il dio Shiva nel suo ruolo lo Yogi Archetipo. Molti altri indiani venerano Vishnu, soprattutto nelle sue incarnazioni come Rama o Krishna. Per i praticanti di Yoga occidentali si possono tranquillamente usare, le proprie immagini ed i nomi del proprio sacro.

Ma il personale rivolgimento al sacro può assumere anche una forma più astratta; un musicista può vedere la luce del divino nella sua musica, un contadino nella natura, uno scultore nel suo marmo… Nello Yoga, Īśvara è inteso come essere oltre una forma espresso attraverso tutte le forme, e quindi è spesso rappresentato come la sillaba sacra Om, come pura vibrazione. 

Nel Yoga Sutra, Patanjali si riferisce a questa presenza interiore di Īśvara come il nostro primo insegnante (I.26). Attraverso l’ascolto intimo di questa voce dentro di noi, cominciamo ad avere un rapporto con guida interiore in tutti gli aspetti della nostra vita. Quando penso ai miei più importanti maestri, tra cui i miei genitori, vedo che erano lì costantemente non solo per le grandi lezioni, ma anche per mostrarmi in mille piccoli modi, quando ero sulla strada giusta o quando cominciando a vagare fuori percorso. L’esperienza del maestro interiore deve essere la stessa. Entrare in sintonia con questo maestro interiore, permettergli di crescere, farlo diventare la guida sempre attenta dei nostri pensieri, parole, azioni.

Lo spirito di offerta

Se Īśvara è la bussola interna, Pranidhana è “ricordarsi di rimanere in contatto con l’essenza” non solo occasionalmente, ma per tutta la giornata. 

Īśvara Pranidhana è tradotto anche come “offrire i frutti delle proprie azioni al Divino.” 

Per gli occidentali Īśvara Pranidhana può richiedere un po’ di attenzione in più rispetto ad un orientale tuttavia chiunque, indipendentemente dall’orientamento spirituale, può praticare Īśvara Pranidhana, e ogni azione può essere migliorata da questa pratica. Non vi è alcun ostacolo. Un bhakti yogi (devozionale) o uno scettico completo che stanno per intraprendere una semplice attività come cucinare o un colloquio impegnativo, si trovano nel regno di Īśvara Pranidhana se lo stato d’animo è gioioso e vivono quei momenti come semplici atti della vita.

Linee guida pratiche

Alcune linee guida pratiche possono essere particolarmente utili.

All’inizio di ogni azione possiamo spostare il punto di vista di fronte alle difficoltà e viverle come semplici avvenimenti della vita. 

Il tappetino yoga o la meditazione sono un meraviglioso “spazio sicuro” in cui è possibile provare la strada di Īśvara Pranidhana. 

Ascolto interiore, quiete, canto di un mantra e visualizzazione sono tutti modi di iniziare Īśvara Pranidhana. Possiamo iniziare pratica distesi sul ventre in Makarasana come in prostrazione, visualizzando la divinità Madre Terra. Inspiriamo ed espiriamo i residui della giornata riempiendoci di un senso di chiarezza come se avessimo una bussola interna. 

Surya Namaskar (saluto al sole) può essere un ulteriore metodo per praticare Īśvara Pranidhana; nelle sue origini era infatti una preghiera in movimento, in cui in ogni respiro l’energia dello yogi si offriva al sole. Nella pratica, riconoscere i segnali di tensione indica che la connessione con Īśvara Pranidhana sta diminuendo. Allora si può offrire quella tensione alla fonte e abbandonare lo sforzo di nuovo, questo fa sperimentare una spinta di forza che può essere un approfondimento del respiro o un aumento della flessibilità. Poi, come dopo ogni offerta, la grazia dal processo rimane anche quando la posa si è sciolta.

Perché Īśvara Pranidhana collega ogni azione alla sua fonte sacra, Krishnamacharya si dice che lo abbia descritto come la più importante pratica yoga per il Kali Yuga in cui viviamo, un’”età del ferro”, in cui tutta l’umanità è caduta dalla grazia.