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Āsana, o posizioni yogiche, rappresentano uno degli otto rami dello Yoga, ma per l’occidentale sedentario costituiscono spesso il primo passo, una pratica concreta da cui ricevere effetti immediati, tangibili e propedeutici ad altre forme più sottili.

Oltre la ginnastica: cosa rende unica l’āsana

Mentre la ginnastica svedese e le discipline sportive si fondano su un’azione prevalentemente esteriore, orientata al potenziamento muscolare, alla performance o al consumo energetico, le āsana hanno una natura profondamente diversa.

Le attività motorie comuni si basano spesso su movimenti ripetitivi e meccanici, che possono sviluppare la forza, la resistenza o la coordinazione, ma raramente coinvolgono l’attenzione interiore e la consapevolezza. Questo approccio tende a stimolare soprattutto la muscolatura somatica, lasciando in secondo piano organi interni, ghiandole, sistemi nervosi e, soprattutto, lo stato mentale.

Le āsana, invece, sono forme consapevoli: non sono semplici posizioni fisiche ma processi integrati, che richiedono presenza mentale, respiro guidato e ascolto interiore. Per questo vanno molto oltre l’allenamento esterno e producono effetti più sottili e profondi:

  • Agiscono nel corpo fisico in modo intelligente e mirato
    • Non lavorano solo sulla massa muscolare visibile, ma raggiungono strati profondi, migliorando la postura, liberando tensioni accumulate e ridonando elasticità alle articolazioni.
    • Con le loro compressioni, torsioni e distensioni, stimolano in modo delicato ma efficace i visceri e gli organi interni, favorendo digestione, assimilazione e depurazione.
    • Riequilibrano il funzionamento delle ghiandole endocrine, che sono i regolatori sottili dell’organismo e influenzano direttamente il tono vitale e l’umore.
    • Agiscono sul cervello e sui sistemi nervosi volontario e vegetativo, modulando le risposte allo stress e creando uno stato di rilassamento vigile.
  • Operano sul piano mentale ed emotivo
    • La pratica consapevole di un’āsana porta naturalmente a rallentare il ritmo della mente, interrompendo il flusso continuo dei pensieri.
    • Le tensioni fisiche che si sciolgono liberano anche tensioni emotive: ansia, irritabilità e agitazione cedono il posto a calma, serenità e lucidità.
    • La mente impara a rimanere centrata nel presente, senza giudizio né competizione, sperimentando una gioia dinamica, quieta ma piena di vitalità.
  • Aprono un varco verso la coscienza superiore
    • Quando corpo e respiro si stabilizzano, la mente diventa più ricettiva e silenziosa.
    • L’āsana educa a un’attenzione sottile, capace di osservare senza reagire, sviluppando la qualità del testimone interiore.
    • In questo stato nasce uno spazio di consapevolezza che permette di trascendere la dimensione puramente fisica e mentale, avvicinandosi a una percezione spirituale più alta.

Così, mentre lo sport abituale tende ad accentuare il dualismo – competizione, sforzo, confronto, risultato – le āsana dissolvono gradualmente questa logica, unendo corpo, anima e spirito in un’esperienza di unità e presenza.

Esse donano al corpo scioltezza ineguagliabile e resistenza straordinaria, senza generare fatica. Allo stesso tempo costituiscono un potente esercizio di concentrazione.Dice infatti un grande maestro:

“Le āsana donano al corpo una scioltezza ineguagliabile, una resistenza straordinaria senza ingenerare alcuna fatica. Costituiscono anche un importantissimo esercizio di concentrazione.”

(A. Van Lysebeth)

Il lavoro delle āsana nel corpo fisico

Le āsana sono una vera educazione fisica consapevole, che raggiunge zone del corpo e funzioni interne difficilmente toccate da altre pratiche corporee:

  • Sistema muscolo-scheletrico
    Allungano e rinforzano i muscoli senza irrigidirli, migliorano l’elasticità e la postura, mantengono mobili le articolazioni e prevengono tensioni croniche.
  • Organi interni e visceri
    Le torsioni e le compressioni stimolano la funzionalità intestinale, migliorano digestione, assimilazione e peristalsi; massaggiano fegato, reni, pancreas, favorendo un miglior equilibrio metabolico.
  • Sistema endocrino
    Posizioni specifiche stimolano delicatamente le ghiandole: Sarvāṅgāsana agisce sulla tiroide, Matsyāsana sulle paratiroidi, le piegamenti in avanti e le torsioni riequilibrano le surrenali, riducendo lo stress. Questo riequilibrio ormonale influenza positivamente umore, vitalità e concentrazione.
  • Sistema nervoso
    Calmano il sistema simpatico (che reagisce allo stress) e attivano il parasimpatico (che induce rilassamento). Durante le posizioni mantenute con respiro consapevole, le onde cerebrali rallentano, avvicinandosi a stati meditativi.
  • Circolazione sanguigna e linfatica
    Favoriscono il ritorno venoso, migliorano l’ossigenazione dei tessuti e stimolano il drenaggio linfatico, alleggerendo il corpo da tossine e ristagni.
  • Apparato respiratorio
    Aprendo il torace e allungando la colonna, aumentano la capacità polmonare e preparano il corpo a una respirazione più profonda e consapevole (prāṇāyāma).
  • Sistema immunitario
    Attraverso la riduzione dello stress e il miglioramento delle funzioni vitali, rinforzano le difese naturali.

Questo lavoro fisico non è fine a sé stesso: purificando il corpo, lo rende più leggero e ricettivo, creando le condizioni per un’evoluzione interiore.

Lo stratagemma del corpo per governare la coscienza inferiore

Le āsana non servono solo a mantenere il corpo sano. Sono un mezzo pedagogico che lo Yoga usa per disciplinare e trasmutare la coscienza inferiore.

Il corpo è il punto di partenza più accessibile:

  • ogni tensione sciolta nel corpo scioglie un nodo mentale,
  • ogni respiro consapevole calma un moto emotivo,
  • ogni posizione mantenuta senza sforzo abitua la mente alla centratura e alla pazienza.

Così, passando dal corpo, lo Yoga raggiunge gradualmente la mente e la conduce oltre i suoi automatismi, verso lo Spirito.

Āsana come non-competizione

L’āsana è una forma corporea, ma allo Yoga autentico non interessa il risultato esteriore. I testi tradizionali descrivono le posizioni come orientamenti, non come obiettivi estetici o prestazionali.

Nello Yoga non vi è competizione, né con gli altri né con sé stessi. Cercare la forma perfetta come traguardo egoico significa distorcere il senso della pratica.

Questo non vuol dire rinunciare al lavoro accurato e costante per migliorare la posizione: significa solo praticare senza giudizio e senza lotta interiore, lasciando che la forma emerga nel tempo grazie a continuità, concentrazione e consapevolezza. Quando questa maturità interiore si manifesta, allora siamo davvero in āsana.

Yoga è unità, ordine, armonia, e l’āsana non fa eccezione.

Ha e Tha: l’integrazione degli opposti

Ha e Tha, nel termine Hatha Yoga, rappresentano i due poli della dualità:

  • il maschile, il Sole, lo yang,
  • il femminile, la Luna, lo yin.

Unire questi opposti significa integrare parti apparentemente separate, come gli ingredienti di una torta che insieme danno vita a qualcosa di nuovo.

Così l’āsana integra le diverse fasi della sua esecuzione in una sequenza consapevole:

  • stabilità e comodità,
  • assenza di sforzo eccessivo,
  • attenzione profonda al respiro,
  • progressiva perdita della percezione corporea,
  • unificazione di Ha e Tha, di Sole e Luna, di mente e corpo.

La mente, in questo processo, impara senza nemmeno accorgersene…

Sciogliere i condizionamenti mentali

Il semplice controllo consapevole delle “procedure” di un’āsana scardina i solchi mentali che ci imprigionano nelle dualità (rāga e dveṣa: mi piace/non mi piace, caldo/freddo, gradevole/sgradevole…).

L’āsana diventa così una scuola di non-giudizio: impariamo a osservare ciò che accade dentro e fuori di noi con la pura attitudine del testimone, dello spettatore silenzioso.

Quando la coscienza smette di reagire automaticamente, si libera uno spazio interiore nuovo. È in questo spazio che il Sé autentico può emergere e diventare strumento di evoluzione cosmica, libera e guidata dall’amore.

Dalla posizione al Sé

Le āsana sono dunque un ponte:

  • dal corpo alla mente,
  • dalla mente alla coscienza,
  • dalla coscienza all’incontro con lo Spirito.

Esse educano la parte più densa e materiale dell’essere, per renderla trasparente e disponibile alla luce superiore. In questo risiede la loro vera essenza: non fermarsi alla forma, ma usarla per trascendere la forma stessa.

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