di LaviadelloYoga
Dire che “non si deve giudicare” è diventato un mantra moderno, spesso usato per promuovere tolleranza e inclusività. Ma se andiamo a fondo, l’idea è più complessa.
Giudicare è un atto naturale della coscienza umana: valutiamo costantemente ciò che vediamo, ascoltiamo, sentiamo. È una funzione del pensiero critico e della vita morale. Senza giudizio, non potremmo distinguere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto, il vero dal falso.
Quello che spesso si vuole dire con “non giudicare” è:
non condannare, non disprezzare, non ergersi a superiori, o ancora non avere un pregiudizio.
Ma eliminare il giudizio in sé è impossibile, e anche pericoloso. Senza giudizio, c’è indifferenza.
Il punto è come giudichiamo: con empatia, conoscenza e umiltà? O con durezza, ignoranza e arroganza?
Dunque
Giudicare è inevitabile e sano, se fatto in modo cosciente. Condannare o disprezzare senza capire è un’altra cosa.
Dire “non giudicare mai” è spesso una scorciatoia per non assumersi la responsabilità di sviluppare un giudizio più alto, più umano.