Che cosa sono i Veda
La parola Veda significa conoscenza, ma non si tratta di una conoscenza intellettuale o solo teorica: è la conoscenza rivelata (shruti), cioè percepita dai veggenti (rishi) in uno stato di coscienza superiore.
I Veda non sono stati “scritti” in senso umano, ma uditi interiormente dai saggi e trasmessi oralmente per secoli prima di essere messi per iscritto. Per questo sono considerati apaurusheya, “non creati da mano umana”, ma emanazione del principio divino.
La loro composizione risale a un periodo compreso tra 1500 e 1000 a.C., anche se alcune parti potrebbero essere molto più antiche.
I quattro Veda principali
I Veda sono quattro raccolte principali, ciascuna divisa in parti e funzioni diverse.
- Rigveda
- È il più antico e importante. Contiene 1.028 inni dedicati alle divinità cosmiche come Agni (fuoco), Indra (tuono e pioggia), Varuna (ordine universale).
- Esprime la meraviglia per le forze della natura e il desiderio di armonizzarsi con esse.
- È la radice di tutti gli altri Veda.
- Samaveda
- È una raccolta di melodie e canti rituali.
- È considerato il “Veda della musica” perché i versi sono destinati a essere cantati durante i sacrifici.
- Molte sue parti derivano dal Rigveda ma sono adattate al canto.
- Yajurveda
- È il “Veda delle formule rituali”.
- Contiene le formule pronunciate dai sacerdoti durante i sacrifici (yajna), e le spiegazioni pratiche per eseguirli correttamente.
- Esiste in due versioni: “bianco” (Shukla) e “nero” (Krishna).
- Atharvaveda
- È il più vicino alla vita quotidiana. Contiene inni magici, formule di guarigione, preghiere per la prosperità.
- Meno rituale e più “popolare”, include canti per scacciare malattie, proteggere la casa, favorire i raccolti.
La struttura interna dei Veda
Ogni Veda è diviso in quattro livelli:
- Samhita – la raccolta degli inni veri e propri
- Brahmana – spiegazioni rituali e liturgiche
- Aranyaka – testi meditativi destinati agli eremiti
- Upanishad – la parte filosofica e mistica, che indaga il significato ultimo del rito
Quindi nei Veda vediamo un’evoluzione: dal rito esteriore alla conoscenza interiore.
Le divinità vediche e il senso cosmico
Nei Veda non c’è ancora un dio unico, ma una visione polifonica delle forze cosmiche. Le divinità rappresentano aspetti della natura e del cosmo:
- Agni è il fuoco, simbolo di trasformazione e comunicazione tra uomini e dei
- Indra è la forza guerriera, il fulmine, il potere che rompe le nuvole
- Varuna è la legge cosmica, il principio dell’ordine universale (rita)
- Soma è la pianta sacra, bevanda dell’immortalità
Col tempo, queste divinità vengono viste come espressioni di un’unica realtà suprema, Brahman.
Il significato spirituale
Nei Veda si percepisce ancora un’umanità in dialogo diretto con il cosmo. Il sacrificio (yajna) è l’atto che unisce il cielo e la terra, mantiene l’ordine universale e rigenera la vita.
Il Veda non è solo un libro religioso: è una visione del mondo, dove tutto è sacro, vivo, interconnesso.
Dalla visione vedica allo yoga
- Nei Veda troviamo il seme dello yoga: il controllo della mente, la meditazione, la consapevolezza dell’unità tra l’uomo e l’universo.
- Nelle Upanishad (che fanno parte dei Veda) questo seme diventa ricerca interiore: il sacrificio non è più solo esteriore ma interiore.
- Da qui nascerà la filosofia yogica, che nei secoli successivi sarà codificata da Patanjali.
Perché studiare i Veda oggi
Leggere i Veda non è facile: il linguaggio è simbolico, poetico, lontano dalla mentalità moderna. Ma ci restituiscono uno sguardo originario sulla vita, in cui uomo e natura non erano separati, in cui ogni gesto quotidiano aveva un riflesso cosmico.
Sono la radice comune di tutto ciò che oggi chiamiamo yoga, meditazione, filosofia vedantina. Comprendere i Veda significa risalire alla sorgente.