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Il termine “esicasmo” deriva dal greco hesychía, che significa “quiete”, “tranquillità”, “silenzio”. Si tratta quindi di una pratica di silenzio e pacificazione interiore, che cerca il raccoglimento profondo dell’anima in Dio.

É una forma di meditazione cristiana antica, sviluppata soprattutto nell’ambito del monachesimo ortodosso, in particolare nel monachesimo del Monte Athos. È una pratica contemplativa fondata su diverse pratiche, tra cui la preghiera incessante, il silenzio, la solitudine e la preghiera del cuore che consiste nella ripetizione costante di una formula: «Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di me peccatore». L’obiettivo è interiorizzare totalmente la preghiera, fino a farla scorrere ininterrottamente nel cuore e nella coscienza, anche al di là della volontà cosciente. Questo processo è detto “preghiera continua”. Non è una tecnica fine a se stessa, ma un cammino di purificazione, illuminazione e unione con Dio. Porta, secondo la tradizione, alla theosis, la deificazione dell’uomo, cioè la piena comunione con Dio.
La pratica viene anche talvolta associata ad uno specifico ritmo respiratorio – per esempio, inspirando si dice mentalmente “Signore Gesù Cristo”, ed espirando con “abbi pietà di me” – . Si adottano posture sedute raccolte, con attenzione al cuore fisico.

I mistici esicasti riferiscono, nelle fasi più elevate della pratica, l’esperienza della “luce increata”, che identificano con la luce vista dagli apostoli sul Monte Tabor durante la Trasfigurazione del Cristo. Questa luce non è ovviamente materiale, ma spiritualeve può essere contemplata solo da chi è purificato nell’anima. Barlaam di Calabria, che lo criticava come una forma di misticismo eccessivo. Barlaam di Calabria (circa 1290 – 1348) è stato un monaco, teologo e filosofo di origine greco-italiana, noto soprattutto per la sua opposizione alla teologia mistica dell’esicasmo nella Chiesa ortodossa, e per il ruolo centrale che ebbe nella cosiddetta “controversia esicasta” del XIV secolo.
Gregorio Palamas era invece difensore dell’esicasmo e della distinzione tra essenza e energie divine.
Palamas (1296–1359) è una delle figure più importanti della teologia ortodossa orientale. Monaco, mistico, vescovo e santo della Chiesa ortodossa, è appunto noto soprattutto per la sua difesa dell’esicasmo e per aver elaborato la distinzione tra essenza ed energie di Dio, concetto centrale nella spiritualità e nella teologia ortodossa.

Distinzione tra essenza ed energie di Dio
Essenza di Dio (ousía): Totalmente trascendente e inconoscibile all’uomo.
Energie di Dio (energeiai): Le manifestazioni attive della divinità, per mezzo delle quali Dio si rende presente e partecipe nel mondo.
Questa distinzione permette di affermare che l’uomo può avere una reale comunione con Dio (nelle sue energie), senza per questo penetrare o comprendere l’essenza divina, che resta inconoscibile. Palamas sostenne che i mistici dell’esicasmo, attraverso la preghiera del cuore e la purificazione interiore, potevano arrivare a una reale esperienza di Dio, manifestata nella luce increata.
Nelle sue modalità l’esicasmo è una forma di meditazione cristiana mistica fondata sulla preghiera, il silenzio interiore e la comunione con Dio, che si avvicina, per profondità e tecniche, ad alcune tradizioni contemplative orientali, ma resta profondamente radicato nella teologia e nella spiritualità cristiana ortodossa.
Il Monte Athos è una penisola montuosa situata nella Macedonia greca, che ospita una delle più importanti comunità monastiche cristiane al mondo. È spesso chiamato anche “la Santa Montagna” (in greco: Agion Oros) ed è considerato il cuore spirituale della Chiesa ortodossa orientale.
È vietato l’ingresso alle donne (avaton) per preservare la purezza monastica e la castità dei monaci. Anche l’ingresso degli uomini è regolato; occorre infatti un permesso speciale (diamonitirion).

La meditazione Esicasta è dunque molto diversa dall’espressione di altre pratiche meditative.
Nelle pratiche yoga anche il corpo fisico è strumento centrale per disciplinare la mente. Le posture hanno un ruolo molto importante nel percorso tanto che Asana spesso viene confuso con lo Yoga in generale.
Attraverso il corpo lo yoga raggiunge la mente. A partire dall’uso di posture – asana – si passa alla respirazione – pranayama – che comunque avviene attraverso il corpo e sempre attraverso di esso si possono approcciare le pratiche di concentrazione – dharana – dove inizia il suo trascendimento che culminerà nella meditazione – dhyana – e nella fusione con il mondo spirituale – Samadhi.

Lo yoga insegna che l’uomo ignora (avidya) il proprio Sè e si identifica con un personaggio che potremmo chiamare ego. L’uomo deve sciogliere l’identificazione del Sè con il corpo (sensi) e con la mente – pensieri automatici generati dalla percezione sensibile – per poter accedere ai piani superiori della coscienza, quella che vive solo nel Sè.
Lo Yoga porta dunque ad una ‘Liberazione dalla sofferenza – moksha’ poichè si smette di essere preda delle coppie degli opposti (Dvandva) superamento del ciclo delle rinascite (samsara), realizzazione del Sé (atman) come identico al principio assoluto (Brahman)

























Essenza di Dio (ousía): Totalmente trascendente e inconoscibile all’uomo.

Energie di Dio (energeiai): Le manifestazioni attive della divinità, per mezzo delle quali Dio si rende presente e partecipe nel mondo.

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