Il pensiero induista, la sua filosofia e la sua sapienza considerano la Realtà ultima, o la Prima…, come un Assoluto, un Tutto impersonale e la indicano con il nome di Brahman. E con il nome di Atman indicano la scintilla di esso che è nell’uomo.
Brahman ed Atman sono una stessa cosa come sostanza, è la potenza che cambia, il grado di coscienza potremmo dire. Sommo nel primo, in crescita, non obbligata e non gratuita, nell’altro.
È famosa la risposta, riportata nella Chandogya Upanishad, che Uddalaka diede al figlio Shvetaketu, che gli aveva chiesto chi fosse quale fosse la Realtà suprema: “Tat tvam asi”, “Tu sei quello”.
La religione semitico-cristiana-paolina ed il pensiero occidentale greco-romano di cui è permeata la nostra cultura – si riferiscono alla sostanza divina con il termine di Spirito e anche per “noi” lo Spirito dell’uomo è una scintilla di Dio, una scintilla divina che è in noi. Anche se non molti approfondiscono il concetto…
Nella Bibbia, Genesi 26, recita “Poi Elohim dissero: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine e secondo la nostra somiglianza“. La tradizione sapienziale occidentale dice anch’essa la stessa cosa con il noto principio ermetico “come Sopra, così sotto”. “Io sono colui che sono”. Dio esiste consapevole ed eterno nell’universo.
Già quanto detto è un buon inizio. ma come si fa a parlare, a raccontare cosa è lo Spirito…
Il linguaggio, le parole sono adatte al mondo della materia non a quello dello Spirito, per cui per trattare un argomento tanto elevato, possiamo solo balbettare.
Possiamo avvicinarci, definire dei confini intorno di modo che il concetto di Spirito venga fuori per deduzione, con delicatezza e rispetto e poi chissà, magari qualcosa riusciremo a raggiungere.
Vediamo intanto l’etimologia della parola italiana.
La parola spirito che noi utilizziamo è una abbreviazione della parola latina spiritus e questo ne fuorvia molto il significato perché abbiamo semplicemente tolto una “s”. Invece spiritus che viene dal verbo latino “spirare”, significa “soffiare”.
Spiritus letteralmente significa: “soffio”, “respiro”, “alito” ‘’vento’’.
E’ evidente dunque che “spiritus” è una azione che viene da fuori.
Anche nella radice indoeuropea il significato è lo stesso *(s)peis- (“soffiare”).
Dunque, spirito inteso etimologicamente come soffio ha intrinseco il significato del soffiare ed il soffiare è una azione che “proviene da” e “va verso“. Quindi da un ‘di fuori’.
Possiamo dunque dire che spirare, soffiare indica qualcosa che sta al di fuori di chi la intercetta e si muove verso di lui….
La chiesa cattolica nel concilio di Costantinopoli del 869 ha cancellato la parola ed il concetto di Spirito lasciando solo quello di Anima generando la confusione tra i due che è attualmente molto diffusa.